finalmente c'è

La perdita di tempo perfetta per chi non ha tempo da perdere

TpG: qultura: Divina Commedia: 16

La divina commedia riscritta in Linguaggio C

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/* NAME: divina_commedia                              */
/*                                                    */
/* GOAL: visitare inferno, purgatorio e il paradiso   */
/*       evitando le code del fine-settimana          */
/*                                                    */
/* INPUT: l'amor che move il sole e l'altre stelle    */
/*                                                    */
/* OUTPUT: e caddi come corpo morto cade              */
/*                                                    */
/* RESULT: 3 cantiche in endecasillabi                */
/*                                                    */
/*----------------------------------------------------*/
/* AUTHOR: Dante Alighieri                            */
/* DATE: 1300 circa                                   */
/******************************************************/


#include <endecasillabi.h>
#include <inferno.h>
#include <purgatorio.h>
#include <paradiso.h>

#define MAX_CANTI 100
#define MEZZO_DI_NOSTRA_VITA 35

/* Incomincia la Comedia di Dante Alleghieri di Fiorenza,
/* ne la quale tratta de le pene e punimenti de' vizi
/* e de' meriti e premi de le virtù.
/* Comincia il canto primo de la prima parte
/* la quale si chiama Inferno,
/* nel qual l'auttore fa proemio a tutta l'opera.

int main {void}
{

   if ("sei nel mezzo del cammin di tua vita")
   {
      if("ti ritrovi per una selva oscura")
      {

/* Dante s'è perso nel bosco
/* perché ha dimenticato di pulire lo stack
/* all'uscita delle subroutines
/* ed è andato in overflow, smarrendo la retta via


      while("la retta via è smarrita") do
      {
         Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
         esta selva selvaggia e aspra e forte
         che nel pensier rinova la paura!
         Tant' è amara che poco è più morte;
         ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
         dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
      }

      Io non so ben ridir com' i' v'intrai,
      tant' era pien di sonno a quel punto
      che la verace via abbandonai.
      Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
      là dove terminava quella valle
      che m'avea di paura il cor compunto,
      guardai in alto e vidi le sue spalle
      vestite già de' raggi del pianeta
      che mena dritto altrui per ogne calle.

      while(not uscito dalla selva oscura)
      {
         Allor fu la paura un poco queta,
         che nel lago del cor m'era durata
         la notte ch'i' passai con tanta pieta.
         E come quei che con lena affannata,
         uscito fuor del pelago a la riva,
         si volge a l'acqua perigliosa e guata,
         così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
         si volse a retro a rimirar lo passo
         che non lasciò già mai persona viva.
      }
      if (posato un poco il corpo lasso)
      {
         Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso,
         ripresi via per la piaggia diserta,
         sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.
      {
      if (animale in arrivo == lonza leggiera)
      {
         Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
         una lonza leggiera e presta molto,
         che di pel macolato era coverta;
         e non mi si partia dinanzi al volto,
         anzi 'mpediva tanto il mio cammino,
         ch'i' fui per ritornar più volte vòlto.
      }
      while (la lonza leggiera e presta molto
            impedisce il cammino) do
      {
         Temp' era dal principio del mattino,
         e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle
         ch'eran con lui quando l'amor divino
         mosse di prima quelle cose belle;
         sì ch'a bene sperar m'era cagione
         di quella fiera a la gaetta pelle
         l'ora del tempo e la dolce stagione;
         ma non sì che paura non mi desse
         la vista che m'apparve d'un leone.
         Questi parea che contra me venisse
         con la test' alta e con rabbiosa fame,
         sì che parea che l'aere ne tremesse.
         Ed una lupa, che di tutte brame
         sembiava carca ne la sua magrezza,
         e molte genti fé già viver grame,
         questa mi porse tanto di gravezza
         con la paura ch'uscia di sua vista,
         ch'io perdei la speranza de l'altezza.
      }
      
      do
      {
         E qual è quei che volontieri acquista,
         e giugne 'l tempo che perder lo face,
         che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista;
         tal mi fece la bestia sanza pace,
         che, venendomi 'ncontro, a poco a poco
         mi ripigneva là dove 'l sol tace.
      }
      until (la bestia senza pace non
         mangia Dante in un sol boccone)
      
      if (Dante non è stato mangiato in
         un sol boccone dalla bestia senza pace}
      {
         Mentre ch'i' rovinava in basso loco,
         dinanzi a li occhi mi si fu offerto
         chi per lungo silenzio parea fioco.
      }
      
/* Dante incontra un vecchio con la barba:
/* è www.virgilio.it

      Quando vidi costui nel gran diserto,
      «Miserere di me», gridai a lui,
      «qual che tu sii, od ombra od omo certo!».
      Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,
      e li parenti miei furon lombardi,
      mantoani per patrïa ambedui.
      Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
      e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
      nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.
      Poeta fui, e cantai di quel giusto
      figliuol d'Anchise che venne di Troia,
      poi che 'l superbo Ilïón fu combusto.
      Ma tu perché ritorni a tanta noia?
      perché non sali il dilettoso monte
      ch'è principio e cagion di tutta gioia?».

/* Dante preferisce usare Google,
/* ma per stavolta, visto che ci sta pure
/* la lonza affamata che se lo vuole mangiare,
/* si accontenta di sto www.Virgilio.it
/* indi poscia gl risponde a tono


      «Or se' tu quel www.Virgilio.it e quella fonte
      che spandi di parlar sì largo fiume?»,
      rispuos' io lui con vergognosa fronte.
      «O de li altri poeti onore e lume,
      vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
      che m'ha fatto cercar lo tuo volume.
      Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
      tu se' solo colui da cu' io tolsi
      lo bello stilo che m'ha fatto onore.
      Vedi la bestia per cu' io mi volsi;
      aiutami da lei, famoso saggio,
      ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi».
   
   while (a Dante ci tremano i polsi) do
   {
      «A te convien tenere altro vïaggio»,
      rispuose, poi che lagrimar mi vide,
      «se vuo' campar d'esto loco selvaggio;
      ché questa bestia, per la qual tu gride,
      non lascia altrui passar per la sua via,
      ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;
      e ha natura sì malvagia e ria,
      che mai non empie la bramosa voglia,
      e dopo 'l pasto ha più fame che pria.
      Molti son li animali a cui s'ammoglia,
      e più saranno ancora, infin che 'l veltro
      verrà, che la farà morir con doglia.
   }
   if (arriva il veltro) then
   {
      Questi non ciberà terra né peltro,
      ma sapïenza, amore e virtute,
      e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
      Di quella umile Italia fia salute
      per cui morì la vergine Cammilla,
      Eurialo e Turno e Niso di ferute.
      Questi la caccerà per ogne villa,
      fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,
      là onde 'nvidia prima dipartilla.
   }
   while(Dante è smarrito nella selva oscura) do
   {
      Ond' io per lo tuo me' penso e discerno
      che tu mi segui, e io sarò tua guida,
      e trarrotti di qui per loco etterno;
      ove udirai le disperate strida,
      vedrai li antichi spiriti dolenti,
      ch'a la seconda morte ciascun grida;
      e vederai color che son contenti
      nel foco, perché speran di venire
      quando che sia a le beate genti.

/* Qui www.virgilio.it spiega che lui fa ricerche
/* solo
su alcuni siti dell'aldilà
/* bisognerà poi andare su www.beatrice.it

      A le quai poi se tu vorrai salire,
      anima fia a ciò più di me degna:
      con lei ti lascerò nel mio partire;
      ché quello imperador che là sù regna,
      perch' i' fu' ribellante a la sua legge,
      non vuol che 'n sua città per me si vegna.
      In tutte parti impera e quivi regge;
      quivi è la sua città e l'alto seggio:
      oh felice colui cu' ivi elegge!».
   }
   if (Dante ha voglia di lanciare
      una ricerca per l'inferno
      grazie a www.virgilio.it)
   {
      E io a lui: «Poeta, io ti richeggio
      per quello Dio che tu non conoscesti,
      a ciò ch'io fugga questo male e peggio,
      che tu mi meni là dov' or dicesti,
      sì ch'io veggia la porta di san Pietro
      e color cui tu fai cotanto mesti».
      Allor si mosse, e io li tenni dietro.
   }
}



TpG: divina: commedia

Riscritta in "linguaggio C"

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TpG: qultura: Divina Commedia

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