finalmente c'è

La perdita di tempo perfetta per chi non ha tempo da perdere

TpG: docz: Capitano contro Pirata: 9

NONO CAPITOLO
Capitano Hornblower - Pirata Barbabigia 1-0

Nel quale si racconta del magnifico primo incontro fra le due compagini: partita maschia, a tratti scorretta, ma con un alto contenuto tecnico-tattico.

Importante successo casalingo del Capitano Hornblower, che non vinceva su terreno amico da quasi tre mesi: dopo una partita combattutissima, che ha regalato momenti di grande calcio intervallati con attimi interminabili di assoluta noia, lo scontro ha visto imporsi i giallo-blù al novantasettesimo, con una cannonata da fuori area che ha beffato il timoniere del Bloody Mary.

Nel corso del primo tempo, l’Invincible ha giocato unicamente di rimessa, trincerandosi nella sua metà campo e adottando il più terrificante catenaccio all’italiana, degno del miglior Trap dei bei tempi: la timidezza del Capitano Hornblower, unita alla franca inettitudine dei suoi marinai (causata, secondo voci di spogliatoio, da una vita di bordo eccessivamente comoda, dall’esiguità della preparazione di pre-campionato oltreché dalla plumbea peperonata di ieri sera), ha spinto all’adozione di una tattica difensivistica al limite della vergogna, con momenti di assoluto ripiegamento della squadra non già nella propria metà campo, ma addirittura tutti schierati sulla linea di porta a far barriera, onde evitare che qualsiasi corpo estraneo potesse andare a gonfiare la rete (ci riferiamo a palloni, mosconi, libellule, passerotti, bimotori Isotta Fraschini, dirigibili a gassogeno e quant’altro possa volare e fendere l’aria).

Inutili gli attacchi gagliardi e furibondi dell’equipaggio del Bloody Mary: sciabolate, cannonate a mitraglia, insulti vocali e nefandezze corporali non scalfivano l’immobilità dei padroni di casa, intenti a spegnere a centrocampo ogni iniziativa di gioco, pessima o fetibonda che fosse.

Mentre il gioco languiva, dagli spalti (ove si gremiva il pubblico delle grandi occasioni) provenivano alcuni timidi segni di protesta: gli squali dell’oceano, accorsi in massa in previsione di una bella magnata, inveivano affamati nei confronti delle squadre, non risparmiando coretti offensivi indirizzati alla mamma dell’arbitro, alla moglie dell’arbitro, al cugino dell’arbitro, al cognato dell’arbitro, ai bisnonni dell’arbitro, al vicino di casa dell’arbitro, ai guardalinee, ai camionisti, ai comunisti e ai vendemmiatori. Elogi unanimi e consensi calorosi, invece, per l’Arbitro e il suo Operato.

Nel secondo tempo, una maggiore mobilità a centrocampo faceva allungare le squadre, permettendo alcune incursioni in area da entrambe le parti: con una cannonata gagliarda e precisa il marinaio Elsimore dell’Invincible mozzava di netto l’albero di trinchetto del Bloody Mary; l‘albero di trinchetto valeva venti punti, e il marinaio Elsimore vinse un ippopotamo di pelusce, che stuprò seduta stante.

La partita si incattivisce all’ottantesimo, con l’Invincible che colpisce gli avversari in ciò che hanno più caro: una cannonata a mitraglia sfregia irreparabilmente la polena ipersessuata del Bloody, causando momenti di sconforto e dolore fra i pirati. Le sodissime e proverbiali tette emisferiche della sirena furono sfregiate irrimediabilmente dal vile attacco avversario. Alcuni pirati, perdutamente innamorati della lignea popputa si gettano in mare, altri si impiccano, altri si arruolano nella legione straniera per dimenticare. In ogni caso la reazione rabbiosa degli ospiti non sortisce gli effetti sperati, perché al novantasettesimo il Capitano Hornblower acchiappa il raddoppio con una cannonata fortunosa da limite area centra il timone dell’avversario, rendendo ingovernabile la nave.

Il successo finale arride dunque ai padroni di casa, che si rifugiano precipitosamente negli spogliatoi, onde sottrarsi al lancio di oggetti in campo. Fra gli episodi spiacevoli della serata vanno annoverati tafferugli sugli spalti, scontri con le forze dell’ordine e multe autovelox a go-go.

Le squadre rientrano negli spogliatoi per il riposo definitivo, che per gran parte dei Marinai si prospetta eterno.

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